DIVENTARE FAMIGLIE AFFIDATARIE PER I GATTI RANDAGI


 

Muffy e i suoi tre cuccioli (i Pasqualini, aprile 2011)

 

 

Tra aprile e settembre entriamo nel vivo della stagione “randagia” più impegnativa. A due mesi dall’inizio della stagione riproduttiva dei gatti, siamo arrivati al periodo delle nascite e siamo perciò confrontati quotidianamente con le femmine che si ritrovano a partorire e svezzare i piccoli sul territorio e tra molti pericoli.

È fondamentale per noi riuscire a prendere le mamme partorienti e allattanti per portare a termine lo svezzamento in luoghi sicuri. Questo ci permette a tempo debito di sterilizzare la mamma e contemporaneamente di far crescere i piccoli in famiglia. Se i cuccioli nascono fuori, oltre che essere in pericolo di vita, diventano molto velocemente selvatici e questo rende difficile, se non impossibile, l'adozione. I piccoli andranno così ad ingrossare le fila dei mici di strada e inoltre le femmine ancora allattanti possono essere presto disposte a nuovi accoppiamenti.

Purtroppo non abbiamo una struttura dove tenere temporaneamente i randagi in attesa di una sistemazione definitiva (adozione o ritorno sul territorio di provenienza) e perciò abbiamo creato una rete di volontari privati che si rendono disponibili a dare ospitalità ai randagi a casa propria, per il tempo necessario. Un’esperienza molto bella e arricchente che può essere, a seconda dei casi, più o meno impegnativa e che può essere gestita secondo le reali possibilità di spazio e dedizione che si può donare. Di certo questa attività volontaria di famiglia affidataria permette di salvare fisicamente innumerevoli gatti e rappresenta la base fondamentale del nostro progetto.

Purtroppo sono più numerose le necessità che i rimedi e attualmente le nostre famiglie affidatarie sono occupate. In questo periodo così impegnativo necessitiamo di nuovi luoghi sicuri dove dare la possibilità ad altri randagi di passare in tranquillità questo periodo delicato. Siamo pertanto alla ricerca di nuove famiglie affidatarie temporanee che possano valutare la possibilità di dare un tetto e un po' d'amore ai randagi. Questo ci permetterà di essere maggiormente incisivi sul territorio andando ad evitare quanto più possibile che nuovi randagi vadano ad ingrossare le fila dei tanti già presenti in Canton Ticino.

Quali caratteristiche deve avere e offrire una famiglia affidataria per i gatti randagi?
I randagi vivono situazioni diverse e di conseguenza possiamo trovare diverse soluzioni possibili. Una mamma randagia che deve partorire o ha i piccoli allattanti ha bisogno di poca dedizione; di fatto fa tutto lei e basta pulire la cassetta e dare la pappa. In seguito quando i cuccioli saranno un po’ cresciuti e diventati più autonomi, si può godere della loro allegria giocandoci e coccolandoli. Ci sono poi situazioni più impegnative, come svezzare a mano gli orfani  e socializzare cuccioli e cuccioloni nati in libertà. Queste attività non sono compatibili ad esempio con persone che lavorano o sono fuori casa tutto il giorno. Lo spazio messo a disposizione non deve essere per forza molto grande ma deve essere a prova di fuga e con la possibilità di essere chiuso, visto che non è consigliabile il contatto con altri animali che vivono in casa. Abbiamo famiglie affidatarie che mettono a disposizione mansarde e solai, lavanderie, locali hobby, stanze inusate, grottini, stalle (sempre con luce naturale) ed è questo genere di spazi che cerchiamo e ci permettono di gestire al meglio le tante situazioni.

Ovviamente il GAR segue da vicino le famiglie affidatarie e fornisce oltre all’assistenza, anche tutto il necessario per il loro mantenimento e cura. Forse quello che è un po’ triste è poi doverli lasciare andare verso la loro nuova vita: un piccolo sacrificio affettivo che, se visto sotto un altro punto di vista, permette in realtà di vivere una bellissima esperienza, sempre diversa e che permette di dare un vero futuro a tanti mici sfortunati.

Volete saperne di più? Contattateci! gruppoaiutorandagi@gmail.com o Tel. 079/882.08.32 (dalle 18.00 alle 21.00).

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Testimonianza di Lorenza S. volontaria del GAR e famiglia affidataria per randagi. Leggi QUI

 

Articolo de La Fattoria degli Animali, Corriere del Ticino 05.05.2011

CDT, 05.05.2011

AMICI PELOSETTI - AIUTARE I MICI? SI PUÒ FARE!
Le prime nascite di randagi offrono l'occasione di migliorare la gestione delle colonie feline sul territorio Il GAR è alla ricerca di famiglie affidatarie che ospitino gatte partorienti o gatti in attesa di essere adottati

■ Maggio, si sa, è il mese degli sposi, ma è anche il mese in cui cominciano a moltiplicarsi le nascite di micetti: in Ticino come altrove. La situazione, lo diciamo subito, da noi non è disperata, m a può essere ulteriormente migliorata: nell'interesse sia dei gatti sia degli umani. Sì, anche degli umani perché, inutile negarlo, le nascite incontrollate, in alcuni Comuni ticinesi, non fanno che acuire problemi di convivenza che, a volte, si risolvono con l'eliminazione fisica della popolazione in esubero. Non è il caso di Miglieglia - ve ne avevamo parlato lo scorso 13 gennaio - dove il GAR (Gruppo aiuto randagi), in stretta collaborazione con le autorità comunali e la popolazione, sta curando un progetto pilota con risultati davvero soddisfacenti. Tutti i mici del Comune malcantonese - sia quelli padronali, sia i randagi - sono stati censiti e, per quelli «liberi», si è proceduto alla visita veterinaria e alla successiva sterilizzazione. Le nascite hanno così potuto essere tenute sotto controllo e, tra umani e felini, la convivenza e la tolleranza reciproche sono visibilmente migliorate.
Ed è proprio nel senso di migliorare la convivenza che si iscrive anche il nuovo progetto del GAR (Gruppo affiliato all'ATRA). Partito quasi in sordina l'anno scorso, quest'anno - visto l'esito positivo delle prime esperienze - si è deciso di sollecitare un pubblico più vasto ad aderire all'iniziativa: «Diventa famiglia affidataria di un randagio». L'obiettivo dell'azione, ci spiega la coordinatrice del GAR, Sabrina Piacente , è semplice.
«È importante che le mamme gatte partorienti e allattanti possano disporre di un luogo sicuro. Qui, infatti, loro possono portare a termine lo svezzamento e noi, a tempo debito, possiamo sterilizzare la mamma e contemporaneamente far crescere i piccoli in famiglia».
I cuccioli, però, crescerebbero in fami­glia anche in natura!...
«È vero, ma se i cuccioli nascono in natura, oltre ad essere in pericolo di vita, inselvatichiscono velocemente e questo rende difficile, se non impossibile, la loro adozione. E se i micetti non vengono adottati vanno inevitabilmente ad ingrandire le file dei mici di strada, mentre le femmine ancora allattanti possono essere presto disposte a nuovi accoppiamenti che non farebbero che accrescere il problema delle colonie feline».
Famiglia affidataria come soluzione, dunque. Quali requisiti deve avere?
«Un identikit preciso non è possibile. Il requisito base è avere uno spazio da mettere a disposizione: uno spazio non molto grande, ma che possa essere chiuso e dove i mici non entrino in contatto con altri animali. Detto che il cibo e le cure veterinarie sono a nostro carico (del GAR, ndr), alle famiglie affidatarie restano il compito di dare un po' d'affetto ai loro ospiti e garantire la pulizia del locale e della cassettina».
Quante, finora, le famiglie affidatarie?
«Attualmente sono sei a cui se ne sono aggiunte due, ora in fase di valutazione. Tutti queste famiglie, però, hanno attualmente i loro spazi occupati. Abbiamo in stallo tre femmine che hanno rispettivamente partorito 5, 4 e 3 cuccioli stupendi. Oltre a ciò abbiamo Birry e Cleo, due mici adulti sfrattati che cercano una casa e due cuccioli orfani di circa tre settimane che stiamo svezzando col biberon. E nel frattempo... il grosso delle nascite è in arrivo. Ci piacerebbe aiutare tutti, ma è indispensabile che qualcuno aiuti noi».
Tutti possono diventare «famiglia affidataria»?
«Direi proprio di sì. Ogni persona dà la propria disponibilità secondo lo spazio e il tempo a disposizione. Come GAR valutiamo poi, di volta in volta, qual è l'opzi­ne migliore per far incontrare le esigenze dei gatti e delle famiglie che si occuperanno di loro nel quotidiano». M.C.
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