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NON AGGIORNATO!***
Rassegna Stampa
La Regione Ticino, 3 luglio 2008
Per il lupo nasce una sottocommissione
Il deputato Plr Gianora: bisogna capire se la strategia federale
è adatta alle esigenze del nostro territorio di montagna
Lupo versus agricoltori di montagna. Un problema sempre più
scottante che ha suscitato molte prese di posizione, atti parlamentari
e ora anche una petizione promossa da agricoltori e contadini. Il forte
interesse attorno alla problematica ha spinto la Commissione speciale
del Gran Consiglio per le bonifiche fondiarie presieduta dal deputato
Fiorenzo Dadò (Ppd), a costituire una sottocommissione che si
occupi di tutto quello che riguarda la ‘questione lupo’,
per cercare soluzioni ai problemi che l’animale, protetto in Svizzera
come in Europa, sta creando all’agricoltura. « Problemi
che in futuro potrebbero diventare più importanti se il lupo
dovesse insediarsi nelle nostre valli e formare qui delle famiglie –
ci spiega Dadò –. Attualmente, secondo quanto è
dato di sapere, sul territorio ticinese si aggirano due esemplari ».
Faranno parte della sottocommissione, ci spiega il parlamentare popolare
democratico, anche Walter Gianora (Plr), Nadia
Ghisolfi (Ppd), Cleto Ferrari (Ps), Luciano
Canal (Lega) e Pierre Rusconi (Udc).
La situazione in Ticino
Il Consiglio di Stato in risposta alla mozione del 2005 ‘‘Attenti
al lupo’’ lo scorso marzo scriveva: « Da più
di quattro anni, a partire dal mese di dicembre del 2003, è accertata
la presenza di un esemplare di lupo di origine italiana nelle valli
Leventina e Bedretto. L’ultima prova certa relativa alla presenza
del predatore risale al 5 marzo 2008, quando il lupo è stato
fotografato in territorio del comune di Quinto ». Precisando che
« in questo lasso di tempo sono state accertate, da parte dell’Ufficio
della caccia e della pesca, complessivamente 63 uccisioni di capi di
bestiame domestico ad opera del predatore. Le perdite – informava
– sono state interamente risarcite agli allevatori da parte del
Cantone, per un importo totale dell’ordine di 24 mila franchi,
rimborsati per l’80% dalla Confederazione ».
Gli obiettivi di lavoro
Stando a Dadò il gremio dovrebbe dare indicazioni al Cantone
su come trattare la tematica, « che a mio avviso – afferma
– non potrà essere affrontata né con protezionismi
assoluti ma nemmeno pensando di eliminare il lupo, uno degli animali
più protetti al mondo ». Il deputato Plr Walter Gianora
– designato relatore del rapporto sul messaggio ‘‘Attenti
al lupo’’– dal canto suo annota che uno degli obiettivi
della sottocommissione è sapere, e capire, « se le
direttive federali della cosiddetta ‘Strategia lupo’ sono
per così dire ‘l’abito su misura’ per il nostro
territorio e se rispondono quindi a tutte le esigenze degli agricoltori
e degli allevatori di montagna ». Starà quindi all’autorità
cantonale prima e eventualmente a quella federale poi, valutare le proposte
di modifica della ‘Strategia lupo’ che potranno scaturire
dal lavoro del gremio. Non va tuttavia dimenticato, sottolinea Gianora,
che l’autorità federale è a sua volta vincolata
da normative stabilite a livello europeo.
Da una parte, dunque, una specie da proteggere e dall’altra gli
interessi dei contadini. « Si potrebbe fare una riflessione
di questo tipo », accenna il deputato Plr: « Il
Cantone a cosa potrebbe essere confrontato in futuro sia dal profilo
finanziario (se, insieme alla Confederazione, dovesse continuare a sussidiare
i danni ai contadini), sia dal profilo ambientale (sapendo che l’abbandono
dei terreni agricoli di montagna da parte delle piccole aziende causa
il deterioramento del territorio e delle biospecie )? Tutti questi ingredienti
dovranno essere attentamente valutati ».
La sottocommissione, rileva infine Gianora, finora ha incontrato i rappresentanti
dell’Ufficio caccia e pesca cantonale. A fine settembre, rientrati
tutti dagli alpeggi, i deputati incontreranno anche gli agricoltori
e gli allevatori della Valle Verzasca. Solo allora partirà il
dibattito commissionale.
A settembre un incontro con gli agricoltori della Verzasca KEYSTONE
da tio.ch
TICINO
Lupo nelle nostre valli: una sottocommissione
cercherà delle soluzioni
BELLINZONA - La Commissione speciale del Gran Consiglio per le bonifiche
fondiarie, presieduta da Fiorenzo Dadò, ha iniziato l'esame del
messaggio governativo attinente alla mozione riguardante la presenza
del lupo nel nostro territorio e dei problemi che esso provoca all’agricoltura
(relatore Walter Gianora).
I commissari hanno deciso di costituire una sottocommissione che dovrà
approfondire la tematica ricercando delle soluzioni praticabili. Si
è inoltre stabilito di indire degli incontri con le varie parti
interessate e, durante il prossimo mese di settembre è pure previsto
un incontro con gli operatori del settore agricolo della Valle Verzasca.
Nuova
interrogazione al Consiglio di Stato da parte di Bill Arigoni a
seguito della notizia trapelata, secondo cui la Tigre siberiana
detenuta allo zoo al Maglio sarebbe morta.
Interrogazione
Zoo
al Maglio: è morta la tigre siberiana?
LA
SCHEDA LA TIGRE SIBERIANA
La tigre siberiana è la più grossa. Un maschio adulto può pesare 360 Kg e
misurare 4 m di lunghezza. Le sue prede preferite sono cervi e cinghiali che
cattura dopo un breve inseguimento con cauto appostamento, grazie al
mimetismo della sua pelliccia che le consente di confondersi nell'ambiente
circostante. L'attacco alla preda avviene di solito di fianco o da dietro.
Due i sistemi per uccidere la preda: morso dietro al collo (usato per prede
piccole e medie), che rompe o danneggia la spina dorsale; morso alla gola
(per prede che superano i 100 Kg ), che provoca la morte per soffocamento.
RAZZA
A RISCHIO All'inizio
del 1900 si contavano in tutta l'Asia circa 100.000 esemplari di tigre, oggi
ne restano solo 5.000. Di questo passo le tigri tra pochi anni
rischieranno l'estinzione. Le tigri sono tipici animali solitari. Catturano
le loro prime prede a circa 18 mesi di età. Il loro principali habitat
è la foresta mista.
Lo
zoo al Maglio stranamente ospitava una tigre siberiana. Scrivo ospitava
perchè da informazioni ricevute sembra che ultimamente sia morta. Fuori
dalla gabbia c'era un cartello che stabiliva che per
motivi
di protezione della specie, tutte le tigri detenute negli zoo sono censite
in un registro internazionale. Non ho idea di quale possa essere l’utilità,
ai fini di proteggere le specie rinchiudere questi animali in un zoo (da cui
né loro né la loro progenie potrà mai uscire) e iscriverli in un registro
di cui non si conosce la capacità di portare azioni o idee concrete su una
probabile soluzione al problema dell’estinzione e al mantenimento della
biodiversità. (cfr. http://www.centroanimalista.ch)
Chiedo
quindi al CdS:
-
era a
conoscenza della presenza di questo animale protetto?
-
sa se
questa tigre era inscritta nel registro internazionale?
-
chi seguiva
la gestione di questo animale protetto e ne controllava la salute?
-
è stato
comunicato al veterinario cantonale che questo animale è morto?
-
si sa il
motivo della morte?
-
come è
arrivata al Maglio questa tigre protetta?
-
pensa che
sia il modo corretto, per proteggere una specie in via di estinzione,
chiuderla in una gabbia, fuori dal suo habitat, dove lo spazio di movimento
è stato fissato dall'uomo ?.
-
cosa è
stato fatto del corpo della tigre morta?
Giuseppe
Bill Arigoni
Magliaso,
13 gennaio 2008
Giunta
la risposta del Consiglio di Stato all'interrogazione sullo zoo al Maglio
presentata dal granconsigliere Bill Arigoni.
Interrogazione
Arigoni
http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/189.07.htm
risposta
del CdS
http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/risposte/r189.07.htm
__________________________________________________________________________
Il
Consiglio di Stato ha risposto alla deputata Patrizia Ramsauer riguardo
alle uccisioni degli animali fuggiti dallo zoo al Maglio, così come sulla
questione della riconversione della struttura.
Interrogazione
di Patrizia Ramsauer
http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/148.07.htm
Risposta
del Consiglio di Stato
http://www.ti.ch/CAN/SegGC/comunicazioni/GC/interrogazioni/risposte/r148.07.htm
La
Regione Ticino, 19.10.2007
COMUNICATO STAMPA
il Centro di documentazione animalista (Cda) e l'Associazione
svizzera per l'abolizione della vivisezione (Atra) organizzano
una serie di piccole manifestazioni per chiedere la riconversione
dello zoo al Maglio.
Dopo la pietosa risposta del Governo alle interrogazioni di Bill
Arigoni su questa aberrante struttura, siamo ora in attesa che la
Politica si pronunci sull'iniziativa presentata tempo fa dallo
stesso Arigoni.
Vi chiediamo e vi preghiamo di unire le forze e far fronte comune perché
in Gran Consiglio, se chiamati a votare, si possa ottenere una
maggioranza che metta con le spalle al muro coloro che vivono grazie alle
sofferenze degli animali.
Un messaggio chiaro alla famiglia Fehr, alle autorità e all'opinione
pubblica può essere dato anche attraverso le manifestazioni
che abbiamo organizzato.
Vi aspettiamo pertanto sabato 12 gennaio alle ore 14 nei pressi
dello zoo, per protestare con noi e chiedere di voltare pagina.
Lo zoo al Maglio deve essere riconvertito in una struttura
completamente diversa. O chiuso.
È una vergogna per il Canton Ticino e per l'intera Svizzera.
Le altre
manifestazioni avranno luogo:
domenica 27 gennaio
2008
sabato 9 e domenica
24 febbraio 2008
sabato 8 e lunedì 24
marzo 2008
dalle ore 14.00 alle
17.00
www.centroanimalista.ch
www.atra.info
VITTORIA
DEL CDA CONTRO IL DIVIETO DI MANIFESTARE A CHIASSO
COMUNICATO STAMPA
L'Associazione svizzera per l'abolizione della vivisezione (ATRA),
rappresentata dall'Avv. Sara Gasparoli, comunica di aver vinto il ricorso
inoltrato contro il Municipio di Chiasso che, in data 7 agosto 2007, ci
aveva vietato l'autorizzazione a manifestare e distribuire volantini allo
scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sulla detenzione di animali
nei circhi e negli zoo in concomitanza con la tournee del Circo Nock.
Con questa decisione, che giudichiamo di estrema importanza non solo per
la nostra associazione, per gli obiettivi e le finalità tese al
riconoscimento dei diritti degli animali, ma anche perchè sottolinea come
non sia possibile porre limiti tanto drastici alla libertà di
dimostrazione esplicitamente garantita dalla Costituzione del nostro Paese
nell'ambito della libertà di espressione, il Consiglio di Stato ha
pertanto giudicato privi di rilievo i pretesti a cui si è appellato il
Municipio di Chiasso per cercare di chiuderci la bocca.
Le affermazioni rese alla stampa dalla municipale Pantani Tettamanti, che
aveva dichiarato che "in precedenti manifestazioni i militanti animalisti
avevano cercato di impedire l'ingresso a chi voleva assistere allo
spettacolo" sono evidentemente state giudicate prive di fondamento.
Semplicemente perchè non rispondevano al vero.
Il Municipio di Chiasso è inoltre stato condannato a versare all'ATRA fr.
300.-- a titolo di ripetibili.
Siamo a disposizione della stampa per ulteriori delucidazioni e cogliamo
l'occasione per anticipare che la nostra Associazione inoltrerà anche il
prossimo anno - e come sempre con ampio anticipo - una richiesta al
Municipio chiassese per manifestare a favore di chi non ha voce. Sempre
più determinata e sempre più decisa nel chiedere il rispetto dei diritti
dei più deboli tra i deboli.
ATRA/CDA, Lugano
www.atra.info
Lettera aperta, inviata il 13 novembre 2007 ai media e
a Franco Cavalli da Matteo Gianini (Partito
Umanista).
Gianini fra l’altro chiede a Cavalli di sostenere il discorso
dell’abolizione della vivisezione nella didattica universitaria.
leggi
lettera
La Regione Ticino, 29.09.2007
L’anno
scorso usati in Ticino 32 mila topi per esperimenti
Nel 2004 erano stati 22’507, nel 2005 erano saliti a 29’316 e l’anno scorso
hanno raggiunto quota 32’365. Parliamo dei topi utilizzati in Ticino per
esperimenti di laboratorio. I dati li ha forniti ieri il governo
rispondendo a un’interrogazione di Patrizia Ramsauer (Lega). Autorizzati a
eseguire gli esperimenti su animali in Ticino sono l’Istituto cantonale di
patologia (Locarno), l’Istituto di ricerca biomedica (Bellinzona), l’Inpharzam
ricerche Sa (Taverne), l’Institut Biochimique Sa (Pambio-Noranco).
L’Istituto cantonale di patologia cesserà questo tipo di attività
scientifica nel 2008.
14.06.2007
Comunicato stampa
In seguito alle minacce di cui è stato oggetto Bill Arigoni, che
in una mozione ha chiesto la chiusura dello zoo al Maglio,
l\'Associazione svizzera per l\'abolizione della vivisezione e il
Centro di documentazione animalista desiderano esprimere la più
profonda solidarietà nei confronti di un deputato che ha avuto il
coraggio di prendere posizione su uno struttura che noi riteniamo
inaccettabile.
Invitiamo tutti quei politici che siedono in Gran Consiglio e che
in questi giorni - privatamente o pubblicamente- si sono pronunciati a
favore della chiusura dello zoo, a stringersi attorno a Bill Arigoni e
a tradurre in pratica quanto espresso sino ad ora solo verbalmente. La
chiusura dello zoo deve ora diventare argomento di cui dibattere sia in
sede politica che in seno alla società civile, anche per dare una
risposta ferma a minacce di stampo mafioso cui il nostro Cantone dovrebbe
essere totalmente estraneo.
Mai come in questi giorni i riflettori della cronaca locale sono
stati puntati sullo zoo al Maglio di Magliaro/Neggio, in seguito a
un\'azione illegale in cui sono stati liberati alcuni animali.
L\'epilogo è stato tragico: una lince e un avvoltoio morti ammazzati
semplicemente perchè non volevano rinunciare alla tanto agognata libertà
finalmente raggiunta. Ciò dovrebbe far riflettere. Questi animali nati
e cresciuti in cattività, non hanno perso l\'istinto di correre o
volare in un mondo finalmente senza sbarre, di assaporare l\'ebbrezza dei
grandi spazi aperti, di nascondersi tra gli alberi, e di fuggire da
quegli esseri umani che sì, li hanno nutriti per anni, ma hanno tolto loro
il dono più grande e più bello per qualsiasi essere vivente: la
libertà. Le nostre proteste e la nostra campagna per la riconversione di
questa triste e squallida struttura sono state disattese per anni. Ci si
appella alle leggi, fatte dagli umani a uso e consumo degli umani (quali
le dimensioni delle gabbie). Si grida allo scandalo per questa
liberazione inopportuna e si fa ricadere sui suoi autori la colpa delle
summenzionate morti. Ma se la lince fosse vissuta fra i suoi monti e l\'av!
voltoio avesse volteggiato nella sua America natia, questo dramma non
si sarebbe mai consumato e
tanta sofferenza si sarebbe evitata. Che senso ha ai giorni nostri
tenere animali selvatici segregati nelle gabbie per puro e semplice
egoismo? Che senso ha mostrare ai nostri figli animali tristi, stressati,
con comportamenti psicotici e innaturali, tipici di chi non può vivere
secondo le sue esigenza naturali?
Speriamo solo che questa lince e questo avvoltoio non siano morti
invano, e che il loro anelito di libertà venga recepito dai politici e
dall\'opinione pubblica, per mettere fine a un dramma che dura da anni
e per 365 giorni all\'anno: quello degli ergastolani innocenti di
Magliaso e di tutti i circhi e gli zoo del mondo.
ATRA - Associazione svizzera per l\'abolizione della vivisezione
CDA - Centro di documentazione animalista/Lugano
Giorgio Fonio: Animali esotici e circhi
La Regione Ticino, 09.06.2007
Occhio agli animali
esotici
Chiasso, consigliere richiama l’attenzione
Pitoni e pappagalli, manguste e pesci esotici: la loro presenza in
Ticino è nota. Vengono importati dai paesi tropicali e finiscono
nelle case nostrane, in un habitat completamente diverso oltre che in
cattività. Il fenomeno preoccupa il consigliere comunale del Ppd
Giorgio Fonio, che ha così voluto portare il problema all’attenzione
anche del Municipio cittadino.
Obbligare questi animali a vivere in una gabbia o in un acquario,
ovvero in ambienti e temperature molto diverse da quelli a cui sono
abituati, rappresenta per il consigliere una vera « tortura
legalizzata ». Esiste, domanda Fonio rivolgendosi
all’autorità chiassese, « un registro comunale in cui sono iscritti
tutti gli animali provenienti da paesi tropicali? ». E
soprattutto: il Municipio ha intenzione di effettuare dei controlli a
maggiore tutela di questi animali e di valutare altresì la possibilità
di tassare i possessori?
Il consigliere comunale però si spinge oltre. « In Ticino –
spiega – è operativa l’associazione Atra che porta avanti la
campagna per un circo senza animali ». A questo punto, insiste
Fonio, « in difesa dei diritti degli animali chiedo se vi sono le
competenze legali per proibire al circo Nock di issare il tendone sul
nostro territorio ».
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Giornale del Popolo, 09.06.2007
CHIASSO Interrogazione
Animali tropicali: Giorgio Fonio chiede che vengano
monitorati
Cattive mode, cattive abitudini che vedono come vittime gli animali
provenienti da paesi tropicali, tolti dal loro habitat naturale,
esportati e trattati al pari di oggetti. In un’interrogazione, il
consigliere comunale pipidino Giorgio Fonio, chiede al Municipio di
Chiasso di far luce su alcuni quesiti sul tema. Per iniziare, si
chiede se vi sia «un registro comunale nel quale sono iscritti tutti
gli animali provenienti da paesi tropicali».Poi di valutare se vi sia
la possibilità di tassare tutti coloro che li possiedono, quindi
suggerisce di effettuare dei controlli affinché vengano tutelati
maggiormente. E conclude: «In Ticino è operativa l’associazione Atra
che porta avanti la campagna per un circo senza animali. In difesa dei
diritti degli animali chiedo se vi sono le competenze legati per
proibire al circo Nock di instaurare il proprio tendone sul nostro
territorio».
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CDT, 09.06.2007
«Basta torturare
animali esotici»
Chiasso, interrogazione del consigliere comunale Giorgio Fonio
Il rappresentante
del PPD si scaglia contro l’importazione e lo sfruttamento di
animali esotici, chiedendo al Municipio di vigilare sulla tutela
delle bestie e di vietare gli spettacoli del circo Nock nella
cittadina di confine
Un altro esponente politico si erge a paladino dei diritti degli
animali: a levare alta la voce della propria indignazione, questa
volta è Giorgio Fonio, consigliere comunale di Chiasso del
Gruppo PPD/ Generazione Giovani, che nell’interrogazione datata 7
giugno chiede al Municipio maggiore severità nei confronti dei
detentori di animali esotici e degli spettacoli circensi.
«In questa società dove le mode valgono più dei valori - esordisce
Fonio nell’atto parlamentare - si assiste sempre più all’importazione
di animali provenienti da paesi tropicali, il cui habitat naturale è
una foresta piuttosto che l’arido deserto africano. Animali trattati
al pari di oggetti e usati come merce da mostrare con vanto ed
orgoglio ad amici e conoscenti». E il Cantone, in termini di cattive
abitudini, non farebbe eccezione. «Alcuni esempi che posso
tranquillamente elencare – si legge ancora nell’interrogazione –
sono la presenza sul territorio ticinese (a Chiasso?) di pitoni,
pappagalli e manguste. Personalmente credo che per uno di questi
animali, abituati a vivere a temperature e in ambienti di molto
diversi dai nostri, l’essere obbligati a vivere nel nostro paese
rappresenti una tortura. Ma essendo dei semplici animali, di fatto
perdono ogni diritto e sono obbligati a subire tutto ciò che l’essere
umano gli infligge. In poche parole si tratta di una tortura
legalizzata dalla legge!» Inoltre, secondo Fonio, la reclusione di
queste bestie in gabbie o acquari non fa altro che peggiorarne
ulteriormente le condizioni di vita. In chiusura, il rappresentante
pipidino domanda al Municipio di Chiasso se esista «un registro
comunale in cui vi sono iscritti tutti gli animali provenienti da
paesi tropicali. In Ticino – prosegue – è operativa l’associazione
Atra che porta avanti la campagna per un circo senza animali. In
difesa dei diritti degli animali chiedo se vi sono le competenze
legali per proibire al circo Nock di instaurare il proprio tendone sul
nostro territorio ». In più, Fonio suggerisce all’esecutivo, ove
disponesse di una base legale, «di tassare tutti coloro che detengono
animali provenienti da paesi tropicali» e «di effettuare dei
controlli affinché gli animali vengano tutelati maggiormente».
red
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DI MODA Troppi, secondo Fonio, i
collezionisti di specie animali esotiche. (foto Keystone)
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Bill Arigoni: zoo di Magliaso
04.06.2007
Giornale del Popolo
IL FATTO
Bill Arrigoni si rivolge ufficialmente al Consiglio di Stato
«Riconvertire o chiudere: lo zoo Al Maglio al bivio»
Quanto accaduto settimana
scorsa sta portando a reazioni di varia natura: oggi parlano
il deputato PS e il presidente della SPAB, Armando Besomi, che
ha scritto all’ALF.
Non si placa l’eco che fa seguito a quanto accaduto allo zoo
al Maglio. Settimana scorsa l’ALF (Animal Liberation Front)
ha liberato alcuni animali per poi rivendicare la sua azione
(e l’operazione è nel suo complesso del tutto deprecabile),
oggi il granconsigliere PS Bill Arigoni via mozione pone un
preciso quesito al Consiglio di Stato: «Servono ancora gli zoo?».
Domanda alla quale risponde già lui, aggiungendo una postilla:
«Riconvertiamo lo zoo al Maglio». Un’idea non nuova, emersa
negli anni della contestazione animalista, e che torna ora
alla ribalta. «Come si può – dice il deputato – rispettare
la dignità e la salute dell’animale come sancito dalla Legge
federale sulla protezione degli animali tenendolo in gabbia
e quindi totalmente estraneo al suo habitat ed al suo modo
di vivere in rapporto con gli altri animali, sia della sua specie
che di altre specie?». Arrigoni rimanda all’art. 3 lett. a
della Legge federale che riguarda la dignità: «Il valore intrinseco
dell’animale va rispettato da chiunque se ne occupi. Il fatto
di arrecare all’animale un aggravio che non può essere giustificato
da interessi preponderanti è lesivo della sua dignità. Vi è
aggravio per l’animale se gli sono inflitti in particolare
dolori, sofferenze o lesioni, se l’animale viene posto in stato
d’ansietà o mortificato, se s’interviene in modo assai incisivo
sul suo fenotipo o si pregiudicano le sue capacità, oppure
se l’animale viene eccessivamente strumentalizzato». La conclusione
vien quasi da sé: siccome la gestione di uno zoo come quello
“al Maglio” di Magliaso-Neggio richiede una autorizzazione cantonale,
Arrigoni chiede al Consiglio di Stato mettere in discussione
la concessione ed eventualmente, se lo zoo è di interesse regionale,
concordare un piano di riconversione di questa struttura. L’idea,
come detto non nuova, è quella di trasformare l’attuale struttura
in un parco con animali da cortile (asini, cavalli, capre,
oche, conigli, ecc.). «Chiaramente tutto questo senza uccidere
gli animali selvatici e feroci presenti, ma trasferendoli in
altri parchi adatti alla gestione di questo tipo di animali
»: specifica pleonastica.(P.L.)
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La Regione
‘Riconvertire lo
zoo’
Mozione di Arigoni: ‘Ridiscutiamo la concessione’
«Chiedo al Consiglio di Stato di mettere in discussione la
concessione ed eventualmente, se lo zoo è di interesse cantonale,
concordare un piano di riconversione per trasformarla in un parco
con animali da cortile » . Dopo quanto successo allo zoo… di
Neggio sottolinea Bill Arigoni, il deputato presenta una mozione al
governo, visto che la gestione richiede un’autorizzazione
cantonale. La riconversione andrebbe realizzata senza uccidere gli
animali selvatici/ feroci presenti, ma trasferendoli in altri parchi
adatti alla gestione di questi animali.
Il deputato muove la sua richiesta dall’articolo 3 della legge
federale sulla protezione degli animali, in cui si parla di dignità.
Arigoni cita la legge nel testo della mozione: «Il valore
intrinseco dell’animale, che va rispettato da chiunque se ne occupi.
Il fatto di arrecare all’animale un aggravio che non può essere
giustificato da interessi preponderanti è lesivo della sua dignità.
Vi è aggravio per l’animale se gli sono inflitti in particolare
dolori, sofferenze e lesioni, se l’animale viene posto in stato di
ansietà o mortificato, se si interviene in modo assai incisivo sul
suo fenotipo o si pregiudicano le sue capacità, oppure se l’animale
viene eccessivamente strumentalizzato » .
Il deputato nella mozione ricorda inoltre quanto scrisse oltre 20
anni fa sul periodico informativo ECO: «Richiudere gli animali in
un ambiente innaturale, ossia fuori dal loro abitat comporta un
danno irreparabile per l’animale rinchiuso e la trasmissione di un
messaggio distorto tra uomo e natura » .
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«Animali da cortile
allo zoo al Maglio»
Mozione di Giuseppe
Bill Arigoni (PS) al Consiglio di Stato dopo la vicenda che
ha portato alla fuga di diversi animali selvatici (tra cui due
linci) dallo zoo di Magliaso
«Siccome la gestione di uno zoo come quello al Maglio di Neggio
(erroneamente chiamato zoo di Magliaso) richiede un’autorizzazione
cantonale, chiedo al Consiglio di Stato di mettere in discussione
la concessione di tale autorizzazione ». Se invece lo zoo è
considerato di interesse regionale – chiede in via subordinata
Giuseppe Bill Arigoni (PS)in una mozione presentata al Governo
– occorre «concordare un piano di riconversione di questa
struttura, che dovrebbe quindi essere trasformata in un parco
con animali da cortile (asini, cavalli, capre, oche, conigli,
ecc.), chiaramente tutto questo senza uccidere gli animali
selvatici e feroci presenti, ma trasferendoli in altri parchi
adatti alla gestione di questo tipo di animali ». «Richiudere
gli animali in un ambiente innaturale, ossia fuori dal loro
habitat – aggiunge Arigoni nel suo atto parlamentare, citando
quanto aveva scritto nel 1988 sul periodico «Eco» della consulta
ecologica della Svizzera italiana – comporta un danno irreparabile
per l’animale rinchiuso e la trasmissione di un messaggio distorto
tra uomo e natura». Pertanto: «Per insegnare ai nostri figli
l’amore per gli animali, per la natura e quindi anche per l’uomo
ci sono oggi altri mezzi a disposizione (filmati, videocassette,
libri, ecc.) che rispettano la libertà, la non-violenza, la
rinuncia all’uso della forza e la non ingerenza forzata nell’equilibrio
naturale».
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11.04.2007
La Regione
Gli animalisti
rappresentati in parlamento da 11 deputati
L’azione comune portata avanti
dall’Associazione per l’abolizione della vivisezione (Atra) e dal Centro di
documentazione animalista di Lugano potrà contare, durante la nuova
legislatura, su un significativo aiuto. Quello di undici granconsiglieri che
hanno aderito, chi totalmente e chi in parte, a una serie di punti sensibili
contenuti nella piattaforma politica animalista. Sono Bill Arigoni,
Manuele Bertoli, Werner Carobbio e Pelin Kandemir-Bordoli del Ps; Giorgio
Canonica, Francesco Maggi e Greta Gysin dei Verdi; Luciano Canal e Patrizia
Ramsauer della Lega; Filippo Gianoni del Ppd e Pierre Rusconi dell’Udc.
Durante la campagna elettorale sono in tutto stati una novantina i
candidati al Gran Consiglio che avevano aderito al programma animalista: in
cambio del sostegno loro garantito tramite le rivista ‘Orizzonti’ inviata a
7 mila ticinesi e in 40 mila copie oltralpe, i candidati si erano
impegnati a garantire ciascuno la presentazione di un atto parlamentare
all’anno, per i quattro anni di legislatura, che miri al riconoscimento di
diritti in favore degli animali. « Undici deputati di cinque partiti
diversi, di destra di sinistra e di centro, con sensibilità e visioni
politiche differenti, a volte persino opposte su molte tematiche, ma in
questo caso accomunati dalla volontà di varare leggi a favore di chi oggi
viene concepito solo ed esclusivamente in funzione delle esigenze - o
presunte tali - degli esseri umani », evidenziano le due organizzazioni
nel sostenere sia il divieto di pratiche lesive della dignità e del
benessere degli animali, sia norme che puniscano con severità i responsabili
di maltrattamenti e sfruttamento. Il nuovo parlamento si insedierà il 2
maggio: « Confidiamo nell’onestà intellettuale degli eletti, nella loro
dignità e buona fede ». L’osservatorio politico animalista vigilerà
sulle attività parlamentari, pronto ad appoggiare chi si impegnerà in favore
degli animali. Un incontro orientativo, aperto a tutti gli interessati e ai
granconsiglieri, è in programma mercoledì 18 aprile, ore 20.30, all’albergo
Pestalozzi di Lugano.
10.04.2007
Ticinoonline
11 deputati "animalisti"
in Parlamento
LUGANO- Sono undici i
deputati eletti in Gran Consiglio che hanno sottoscritto, in toto o
parzialmente, la piattaforma politica animalista proposta da Atra e Centro
di Documentazione Animalista. Lo rende noto il CDA in un comunicato odierno.
Si tratta di undici
deputati di cinque partiti diversi, di destra di sinistra e di centro, con
sensibilità e visioni politiche differenti che però, sottolinea il CDA, sono
accomunati dalla volontà di varare leggi a favore degli animali.
Questa "squadra" sarà
tenuta a presentare una proposta di legge all’anno, per un totale di almeno
quattro proposte complessive nel corso della legislatura 2007/2011 che
mirino al riconoscimento di diritti in favore degli animali.
Da segnalare inoltre, la
presenza di quattro subentranti che hanno sottoscritto la stessa
piattaforma.
19.01.2007
La Regione
Animalisti sulle
tracce della politica:
una lobby per le elezioni cantonali
I candidati
potranno aderire ai 15 punti proposti da Cda e Atra
Una vera e propria lobby
animalista affinché la crescente sensibilità manifestata
dall’opinione pubblica possa finalmente essere presa in
considerazione dal mondo politico ticinese.
Il Centro di documentazione animalista (Cda), in collaborazione con
l’Associazione svizzera per l’abolizione della vivisezione (Atra),
scende in campo con una piattaforma, presentata ieri a Lugano, in
vista delle prossime elezioni cantonali. Un progetto in 15 punti
(vedi la Regione del 17 gennaio), per sostenere azioni a
favore dei diritti degli animali, che è stato e verrà sottoposto a
tutti i candidati per il Gran Consiglio e il Consiglio di Stato. Gli
aspiranti deputati che vorranno sottoscrivere questo piano (nella
sua interezza o anche solo in parte), in cambio potranno
teoricamente contare sul voto dei circa 8’000 affiliati all’Atra e
pure su quello dei suoi simpatizzanti. Così come vedere pubblicato
il loro nome sulla rivista ‘ Orizzonti’.
Non si tratterà però di una semplice dichiarazione di intenti: i
politici, aderendo a questa iniziativa, si impegneranno a presentare
una volta all’anno un progetto di legge a partire dai punti della
piattaforma che accetteranno di sostenere pubblicamente. Per evitare
però che queste promesse finiscano nel dimenticatoio, il Cda e
l’Atra hanno istituito l’Osservatorio politico per gli animali:
un organismo che monitorerà nel corso della legislatura l’operato
dei deputati impegnati in questa causa. Su di essi sarà poi espressa
una valutazione che verrà messa a disposizione degli utenti della
rete (sul sito
www.centroanimalista.ch). Chi non manterrà la parola data
rischierà di fare una cattiva figura agli occhi dell’elettorato.
La piattaforma è stata inoltrata a tutte le segreterie di partito lo
scorso 11 dicembre.
Quale riscontro ha avuto fino adesso la proposta? Max Molteni,
presidente dell’Atra, si dice soddisfatto dell’assenso ottenuto in
questo mese, nonostante non tutti i candidati siano stati ancora
raggiunti dalle segreterie dei rispettivi partiti. A livello di
cifre, sono 29 gli esponenti che al momento si sono detti favorevoli
a questa sorta di decalogo (13 dei quali hanno addirittura
sottoscritto tutti i 15 punti). Uno dei fatti più rilevanti –
ricorda Molteni – è il consenso trasversale che sta andando oltre le
logiche dei partiti: un’accoglienza che tocca infatti tutte le aree
da sinistra a destra. Quanto ai nomi spiccano quelli di Bill Arigoni,
Alessandro Boggian, Samuele Comandini, Francesco Maggi, ma pure
Umberto Marra, Aleandro Zaccheo e Werner Nussbaumer. Positiva è
stata pure la risposta delle giovani leve come Simona Mombelli e
Michela Rossi, due candidate ‘in erba’ per un posto in parlamento
tra le file del Ppd, che hanno ‘sposato’ il progetto interamente. Ma
quali sono le ragioni che hanno spinto il Cda e l’Atra a battere il
sentiero della politica cantonale? Molteni evidenzia come vi sia una
crescente attenzione dell’opinione pubblica nei confronti della
difesa dei diritti degli animali. Non sempre però vi è una
corrispondenza tra le sensazioni della popolazione e la classe
politica. Perciò gli animalisti hanno deciso di fare qualcosa
affinché la sensibilità della gente si possa trasformare
effettivamente in legge, come accade in altri stati confinanti quali
l’Italia e l’Austria. Quest’ultima, per esempio, ha bandito dal suo
territorio i circhi che impiegano animali selvatici. MDRIU
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TI- PRESS ARCHIVIO
Max Molteni, più voce agli animali
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Corriere del Ticino
Patente di
animalista
Elezioni cantonali, 29 candidati sposano le tesi Atra
I pretendenti ad un seggio in Governo o in Parlamento che hanno
sottoscritto la piattaforma animalista, si sono impegnati a
presentare una proposta di legge all’anno
Fare in modo che l’attenzione crescente dell’opinione pubblica verso i
temi cari agli animalisti si traduca in leggi. Con quest’obiettivo
il Centro di documentazione animalista (CDA), in collaborazione con
l’ Associazione svizzera per l’abolizione della vivisezione (ATRA),
hanno deciso di rivolgersi a tutti i candidati in corsa per il
rinnovo del Consiglio di Stato e del Gran Consiglio ticinesi. A loro
è stato chiesto di sottoscrivere i 15 punti (in blocco o
singolarmente) contenuti nella piattaforma ambientalista studiata
appositamente per le elezioni cantonali di aprile:dal divieto di
sperimentazione animale su tutto il territorio cantonale,
all’istituzione di un avvocato degli animali (per il dettaglio vedi
articolo a fianco). Quale contropartita CDA e ATRA pubblicheranno i
loro nominativi sul sito Internet
www.centroanimalista.ch, nonché sulla rivista Orizzonti
(8 mila copie in Ticino e 50 mila in tutta la Svizzera) accompagnati
da un indicazione che li qualifica quali candidati degni nota per la
loro sensibilità verso i temi animalisti. «Le risposte che abbiamo
ottenuto finora – ha spiegato ieri in un incontro con la stampa
Max Molteni, presidente dell’ ATRA – sono molto incoraggianti.
Soprattutto perché tra i 29 candidati che hanno sottoscritto la
nostra piattaforma figurano parecchi giovani ». L’adesione
all’iniziativa animalista, ha aggiunto il suo collega di comitato
Corrado Galimberti,
è del tutto trasversale alle forze politiche cantonali. «I candidati
che hanno sottoscritto tutti e 15 i punti della piattaforma
animalista, o anche solo alcuni di essi, appartengono a diversi
schieramenti: dai Verdi al PPD, passando per il PS, l’ UDC, la Lega,
il Guastafeste ed il movimento Ticino Pulito». Sottoscrivere una
serie di rivendicazioni per la tutela degli animali è un atto che,
sinceramente, tutti i candidati possono fare. Ma come evitare che
questa non sia la solita promessa preelettorale che poi non verrà
mantenuta? ATRA e CDA hanno pensato anche a questo. «I candidati che
hanno deciso di sposare le nostre tesi – spiega ancora Molteni – si
sono anche impegnati, nel caso siano eletti, a presentare almeno una
volta l’anno una proposta finalizzata a trasformare in legge uno dei
quindici punti della piattaforma animalista ». E per evitare che
vengano presentate proposte improvvisate o prive di fondamenti
scientifici, le due associazioni animaliste mettono a disposizione
dei candidati una serie di professionisti (avvocati, biologi, medici
e ricercatori) in grado di agevolarli nella stesura dei progetti di
legge. Se CDA e ATRA ritengono importanti tutti e quindici i punti
della piattaforma animalista per le elezioni cantonali, su due non
transigono: la conversione a tappe dello Zoo di Magliaso in un
rifugio per animali selvatici autoctoni e l’organizzazione di una
campagna di sterilizzazione dei gatti randagi da parte dei Comuni.
Le due associazioni animaliste, attraverso l’ Osservatorio politico
animalista (consultabile a partire dal sito Internet
www.centroanimalista.ch)
offrono inoltre la possibilità a tutti i cittadini di seguire e
valutare le decisioni adottate da tutti i candidati (anche quelli
che non hanno sottoscritto la piattaforma)negli ambiti riguardanti
la difesa degli animali. Spartaco De Bernardi
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LOBBISMO
Il Centro di documentazione ambientalista e l’ Associazione svizzera
per l’abolizione della vivisezione intendono favorire la nascita di
un gruppo di pressione in seno al Gran Consiglio per un efficace
politica di protezione degli animali.
(foto Key)
I 15 PUNTI DELLA PIATTAFORMA
Niente più circhi con belve feroci
Moderate, forti, estreme. Tre aggettivi che ben
qualificano il tenore delle quindici proposte per una concreta ed
efficacia protezione degli animali sul suolo ticinese formulate dal
Centro di documentazione animalista (CDA)e dall’ Associazione
svizzera per l’abolizione della vivisezione (ATRA) all’indirizzo dei
candidati in corsa per un seggio in Consiglio di Stato od in Gran
Consiglio di Stato. Vediamoli nel dettaglio, ad iniziare da quella
che propone l’organizzazione di campagne di sterilizzazione dei
gatti randagi con il coinvolgimento dei Comuni a sostegno delle
persone che si occupano di questo compito. Inasprimento fiscale per
gli allevatori di animali domestici, furetti e rettili. Divieto di
discriminare gli inquilini che hanno animali domestici. Appoggio
alla creazione di una parco nazionale in Ticino. Istituzione di un
avvocato cantonale degli animali. Campagna in favore della dieta
vegetariana, in collaborazione col Dipartimento della sanità e della
socialità. Richiesta di introduzione di menu vegetariani e vegani
nelle mense pubbliche. Progetto di riconversione dello Zoo di
Magliaso in un rifugio per animali selvatici autoctoni e divieto di
apertura di altri zoo, falconerie, delfinari e acquari. Divieto di
esposizioni di animali esotici nei centri commerciali. Divieto di
utilizzo di animali in palii e feste popolari. Divieto di
attendamento per i circhi con animali selvatici sul modello
austriaco. Divieto di caccia, sul modello in vigore da molti anni
nel Canton Ginevra. Opposizione alla creazione di eventuali facoltà
scientifiche dell’ Università della Svizzera italiana nel caso
vengano impiegati animali, e appoggio alla creazione di facoltà che
facciano uso dei metodi alternativi. Opposizione alla creazione di
un polo nazionale di interesse per le industrie farmaceutiche e
biotecnologiche in Ticino. Divieto di sperimentazione animale su
tutto il territorio cantonale.
Nell’elenco non è stato inserito un punto sul tema dei cani
pericolosi in quanto già oggetto di un progetto di legge. ATRA e CDA
ribadiscono comunque la loro opposizione a liste di razze proibite,
mentre caldeggiano iniziative finalizzate all’educazione dei
proprietari.
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